Nell'angolo nord del giardino di Piazza Vittorio Emanuele II si trovano i resti della monumentale struttura laterizia denominata fin dal Medioevo "Trofei di Mario", per la presenza dei due trofei marmorei, oggi collocati sulla balaustra del Campidoglio, erroneamente attribuiti a Caio Mario per le vittorie sui Cimbri e i Teutoni.
L'edificio è in realtà una fontana monumentale con funzione di castello di distribuzione dell’acqua, costruita dall’imperatore Alessandro Severo nel 226 d.C., al termine di una diramazione di acquedotto che si può identificare solo con l'acqua Claudia o con l'Anio Novus.
La costruzione, che occupa la parte più alta dell'Esquilino è articolata su tre piani, con vari ambienti e canalizzazioni. Al terzo piano è una facciata a nicchia centrale fiancheggiata da due archi aperti; una vasca raccoglieva l'acqua che scendeva dall'alto, e la convogliava ai piani inferiori, da dove veniva distribuita alle zone più basse della città.