Immerso nella splendida scenografia naturale offerta dall’abbraccio tra i colli Celio e Palatino, il complesso di Sant'Andrea al Celio, inspiegabilmente ancora poco noto alla maggioranza del pubblico di appassionati d’arte, rappresenta uno dei siti più suggestivi e commoventi che Roma possa offrire. E’ un magnifico complesso monumentale, che costituisce un’entità storica ricca di elementi artistici e naturalistici di rilievo.
Il nucleo intorno al quale fu realizzato l’intero complesso, che comprendeva già nel XVI secolo una foresteria, sale di studio, servizi, magazzini e la celebre biblioteca del Pontefice Agapito I, fù il monastero di S. Andrea, fondato da Papa Gregorio Magno nel VI secolo, che divenne ben presto centro di attivissima vita spirituale. Fu infatti qui che S. Gregorio scrisse i suoi Dialoghi, e da qui partì la missione di S. Agostino per evangelizzare l’Inghilterrra.
Annessi al monastero, oltre alla chiesa di San Gregorio Magno, esistevano anche due piccoli oratori dedicati a Sant'Andra Apostolo (che attesta la sua origine tra XI e XII secolo) e a Santa Barbara, ai quale nel ‘600 ne venne aggiunto un terzo dedicato a San Silvia, decorato nel catino absidale da Guido Reni con una Gloria di Angeli musicanti.
Con la fine del ‘500, infatti, l’intero complesso momumentale passò ai Padri Camaldolesi che decisero di demolire il vecchio monastero per ricotruire un nuovo convento più adatto alle esigenze della propria comunità. Su commissione del cardinale Cesare Baronio, contemporaneamente alla costruzione del nuovo oratorio, ingenti lavori di ristrutturazione e decorazione interessarono anche i due ambienti adiacenti, che furono magnificamente affrescati dai maggiori esponenti del Barocco Romano.
Al centro l’oratorio di Sant'Andrea decorato sulle due pareti principali da Guido Reni, con Il Martirio di Sant'Andrea, e da Domenichino con La flagellazione del Santo. Il Reni diede qui una grandissima prova della sua bravura con una composizione grandiosa e semplice al tempo stesso, dalle tinte tenui come un arazzo. Sulla parete di fronte il Domenichino non fu da meno, lasciando un’affresco di pari impatto emotivo e poetico rispetto all’esempio dato dal grande maestro parmense.
Alla sinistra l’oratorio di Santa Barbara dove sono di notevole interesse gli affreschi realizzati da Antonio Viviani, con Storie della vita di San Gregorio Magno. L'Oratorio è detto anche del Triclinium perché contenente la tavola di marmo alla quale san Gregorio servì il pranzo a dodici poveri; un giorno apparve il tredicesimo commensale, ovvero un angelo al quale Gregorio servì lo stesso da mangiare.
Alla destra vi è l’oratorio dedicato a Santa Silvia, madre di Gregorio, probabilmente costruito sulla sua tomba. La statua di Santa Silvia è di Nicola Cordieri e fu eseguita con la supervisione di Michelangelo.
Sarà un'occasione straordinaria per poter ammirare le taberne romane, su cui si sono andati costruendo i tre oratori e collocate sull'antico Vicus Trium Ararum. Gli ambienti delle taberne, ancora esistenti, hanno una copertura a botte e dimostrano i numerosi cambiamenti avvenuti nella zona per la costruzione dell'oratorio di Sant'Andrea e del Triclinium Pauperum. Accanto abbiamo poi la famosa Biblioteca di papa Agapito testimonianza di alto valore di un edificio che presenta moltissime vicende tutte da datarsi tra il periodo romano e la fine del medioevo.