L’Aventino è uno dei luoghi più ameni e affascinanti di Roma. Legato ad antiche leggende sulle origini di Roma, fin dall’antichità fu occupato da luoghi di culto, quali il Tempio della Luna, il Tempio di Diana e di Minerva, vi furono eretti anche i templi dedicati alle divinità portate a Roma con il rito dell’evocatio , ossia rapite alle città conquistate come la Giunone Regina di Veio o il Vertumno da Volsinii. Più tardi fecero il loro ingresso le divinità orientali come Giove Dolicheno, l’egiziana Iside il cui luogo è stato rinvenuto sotto la chiesa di Santa Sabina, o Mitra il cui culto si svolgeva sotto l’attuale chiesa di Santa Prisca.
In seguito alla Lex Icilia del 456 a.C. il colle fu concesso alla plebe per edificarvi le loro case assumendo progressivamente un carattere abitativo e mercantile. Ma in epoca imperiale l’aspetto dell’Aventino mutò: molti aristocratici vi edificarono le loro ricche domus,: tra le quali spiccano le residenze private degli imperatori Traiano ed Adriano prima che diventassero imperatori. Il nobile Lucio Licinio Sura, amico di Traiano vi abitò edificandovi anche le Terme Surane.
Al V secolo d.C. (422-432) risale la fondazione della basilica paleocristiana forse più famosa di Roma per aver mantenuto intatta la sua forma originaria (anche se è una delle più tarde è in effetti la più antica che ci sia giunta senza aver subito troppi rifacimenti). Il committente fu un ricco prete del tempo che doveva disporre di grandi ricchezze per poter edificare una basilica così magnifica in un epoca così critica per la città (circa un decennio prima Alarico aveva saccheggiato Roma): Pietro di Illiria.
La raffinatezza dei materiali e delle decorazioni in opus sectile, il mosaico superstite della controfacciata, ci lasciano immaginare lo splendore originario dell’architettura paleocristiana. La basilica conserva ancora la Porta originaria in legno del V secolo: è un reperto di enorme valore per la decorazione intagliata con scene dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento; vi compare per la prima volta in assoluto la scena della Crocifissione di Gesù.
Negli scavi del 1855-1857 e in quelli del 1936-1939 si comprese che la basilica venne edificata su resti più antichi. Resti delle mura Serviane (sia la fase in cappellaccio che quella in tufo di Grotta Oscura) risultano tagliati ed inglobati in edifici abitativi di età repubblicana. Rimaneggiati in età imperiale testimoniano la vita quotidiana del colle 2000 anni fa. Un Iseo fu installato all’interno di essi nel sec. II d.C. Nel secolo successivo le trasformazioni portarono all’edificazione di uno stabilimento termale.
Proprio al di sotto della basilica emersero i resti di una ricca domus di epoca imperiale decorata da un ricco opus sectile. Altri resti si rinvennero sotto l’area presbiteriale: gli scavi rivelarono i resti di un antico tempio repubblicano (poi inglobato in un edificio successivo) risalente al sec. III a.C. ed identificato con quello dedicato a Giove Libero e Libera. Un itinerario di grandissimo interesse archeologico, artistico, storico, topografico.
Nel 1219 la chiesa fu affidata da papa Onorio III a san Domenico e al suo ordine di frati predicatori, che da allora ne hanno fatto il loro quartier generale. Nel chiostro si trova una pianta di arancio dolce, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da San Domenico, che in questa chiesa visse ed operò e nella quale ancora oggi si conserva la cella, trasformata in Cappella.
Oltre alla visita della basilica, il percorso si estenderà nei nuovi spazi aperto al pubblico, gli ambienti romani nei sotterranei, il Chiostro medievale del Convento, la Cella di San Domenico del Bernini, ed il Museo Storico dei Domenicani.